
I Luoghi
Da almeno ottocento anni inscindibilmente legato a Montefalco, il vitigno Sagrantino, insieme al vino che se ne produce, è segno della forte identità di un territorio e di una comunità. Il vitigno disegna il paesaggio fin dentro le mura duecentesche di Montefalco, che ancora cingono minuscoli giardini in cui crescono viti di Sagrantino.

MONTEFALCO
Montefalco è il cuore del terroir del Sagrantino. Passeggiando per le sue vie, ammirando la Valle Umbra dallo spettacolare belvedere appena fuori le mura, scoprendo i piccoli giardini urbani in cui crescono vecchie viti di Sagrantino capirete perché i due nomi, Sagrantino e Montefalco, sono quasi sinonimi.
Situata sulla sommità di una collina e protetta da un’antichissima cinta muraria, Montefalco sorge all’incrocio delle valli dei fiumi Clitunno, Topino e Tevere. Probabilmente nata come villaggio rurale abitato da popolazioni umbre, si popolò in epoca romana di ville patrizie, di cui il Museo Civico conserva interessanti reperti epigrafici e scultorei.
Fu chiamata dapprima Coccorone, secondo alcuni dal nome del presunto fondatore, il senatore romano Marco Curione, secondo altri dal greco óros (monte). Tra il 1239 e il 1240 il nome fu mutato in Montefalco, secondo la tradizione locale, in onore di Federico II di Svevia, espertissimo nell’arte della falconeria. Riscoperta nell’800 grazie alla passione dei viaggiatori romantici per il Medioevo e agli studi sulla figura di San Francesco, Montefalco deve molto del suo fascino alla collocazione geografica, che le meritò negli anni ’70 del Novecento l’appellativo di “ringhiera dell’Umbria”. Ma già nel 1903 Gabriele D’Annunzio, tra i sonetti delle Laudi dedicati alle Città del Silenzio, celebra Montefalco per la sua straordinaria sintesi tra paesaggio, arte e spiritualità francescana, e per l’armonia inimitabile che ne deriva.

BEVAGNA
Da Montefalco, Bevagna si raggiunge attraverso la suggestiva strada che da Monte Pennino si snoda tra i colli vitati. Conserva tuttora assai fedelmente l’assetto urbanistico del periodo romano, e costituisce un gioiello tra i piccoli borghi umbri tutto da scoprire, passeggiando con calma e godendo di angoli e scorci che sembrano proiettati in un Medioevo miracolosamente vivo.
Le testimonianze archeologiche emerse dal territorio dell’antica Mevania risalgono all’avanzata Età del Ferro. Secondo alcuni uno stanziamento etrusco – da cui il nome Mefana, proprio di un gentilizio etrusco – avrebbe preceduto l’arrivo degli Umbri. Le prime notizie storiche sono fornite da Tito Livio nella descrizione della conquista romana dell’Umbria. Situata in un fertile territorio alla confluenza dei fiumi Clitunno e Timia, Bevagna fu sede di un importante porto fluviale; dal 220 a.C. il tracciato della consolare via Flaminia ebbe presso Bevagna una delle sue diramazioni più importanti, e la città divenne un ricco e florido centro commerciale. Municipio romano nel 90-89 a.C., venne ascritta alla tribù Emilia.

GUALDO CATTANEO
Alle pendici dei Monti Martani in una posizione panoramica e suggestiva, il territorio di Gualdo Cattaneo merita una visita anche fuori dalle antiche mura cittadine. Con la sua Rocca, le chiese e i panorami punteggiati da boschi, è un ottimo punto di partenza per comprendere il sistema di castelli (rocche fortificate) e di costruzioni medievali collocati in punti strategici a difesa del territorio.
Questi costituiscono infatti un vero e proprio complesso difensivo che si offre alla visita come uno straordinario museo all’aperto, inserito in un paesaggio olivetato che si armonizza perfettamente con quello più morbido e sinuoso delle colline vitate.
Dopo la visita di Gualdo e della sua Rocca, prendete la direzione di Pozzo che, immerso nel verde degli ulivi, sovrasta la valle del fiume Puglia. L’impianto architettonico del castello offre singolari scorci medievali. Proseguendo, il castello di Cisterna (XIII sec.), su di un colle sopra il Puglia, si presenta in discrete condizioni, con l’alta torre medievale ben visibile, accanto alla quale sorge un nucleo abitato di origine ottocentesca. Al confine tra i comuni di Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria incontrerete il castello di Marcellano, risalente al XII secolo. Durante il periodo natalizio vi si svolge un presepe vivente che ogni anno coinvolge gli abitanti dell’intero borgo in allestimenti e scene di vita tradizionale dell’epoca medievale e decine di figuranti in costume, botteghe di artigiani, taverne con vino caldo ed eccellenze gastronomiche locali. Al calar del pallido sole di dicembre, in uno scenario unico, ha luogo la rappresentazione della Natività.

CASTEL RITALDI E GIANO DELL'UMBRIA
La catena dei Monti Martani, lunga circa 30 km, divide la Valle Spoletana a est e dalla Valle Tiberina a ovest. L’antropizzazione non ha intaccato il complesso ecosistema di queste montagne, caratterizzato da estese superfici boschive di lecci, faggi e cerri, dalla presenza di numerose specie botaniche e animali e da interessanti fenomeni geologici e carsici. I Monti Martani custodiscono ancor oggi la storia insigne di borghi medievali, feudi ricchi di fascino e abbazie pervase di spiritualità. Da questo valico naturale il cristianesimo è penetrato e si è diffuso in Umbria grazie a personaggi ricordati nei romitaggi e nelle abbazie che punteggiano questa dorsale montuosa. Ai luoghi di culto fanno da contraltare, specie intorno a Giano dell’Umbria, castelli e rocche al centro di minuscoli borghi, da cui ammirare splendidi panorami e respirare un’aria purissima.
L’itinerario inizia da Castel Ritaldi, ove posizione e condizioni climatiche favoriscono la coltivazione della vite. All’interno delle mura, risalenti al XIII secolo, merita una visita la chiesa di Santa Marina (sec. XIV-XV).
Appena fuori dal borgo, proseguendo per Colle del Marchese, la pieve romanica di San Gregorio in Nido (1141) è circondata da uliveti e conserva splendide decorazioni a bassorilievo sulla facciata e sul portale. Se si svolta per la frazione Morcicchia in direzione Giano dell’Umbria, si raggiunge questo meraviglioso borgo famoso, insieme a Trevi, per l’eccellente olio extravergine d’oliva. Qui si ha l’impressione di passeggiare nella storia, tra mura circolari e vicoli medievali, con il bel palazzo del Municipio e la trecentesca chiesa di S. Michele. Prima di salire verso il monte, una piccola deviazione porta all’abbazia di San Felice (1130 circa), tesoro nascosto tra gli ulivi che all’epoca dell’imperatore Costantino custodiva le ossa del martire San Felice. Da qui per salire verso i monti si seguono le indicazioni per Monte Martano; si può inoltre intraprendere il sentiero del Martani trekking, proseguendo fino alla costa di Scoppio, snodo centrale del percorso con un centro escursionistico aperto su prenotazione.