Sfida tra re del vino: Caprai e Hofstätter a confronto

Serata evento in vigna, a Mazon, tra degustazioni alla cieca e viaggi sensoriali inaspettati

Il «Re del Sagrantino» Marco Caprai e il «Re del Pinot Nero» Martin Foradori Hofstätter si sono confrontati amichevolmente a colpi di degustazioni alla cieca e di chicche, uscite dalle loro personali cantine.

Il deus ex machina dell’azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco (Umbria) e il rappresentante della quarta generazione alla guida della tenuta di Tramin-Termeno (Alto Adige) hanno deciso di mettere a confronto territori, tecniche di vinificazione, vitigni autoctoni e filosofie aziendali in una serata dedicata a sommelier, appassionati e addetti ai lavori. Tra i protagonisti dell’evento anche il sommelier e wine writer Raffaele Fischetti.

L’appuntamento si è tenuto lo scorso 9 luglio in un territorio tutt’altro che neutrale, ovvero nella tenuta Barthenau, nel cuore dell’altopiano di Mazon, tra le vigne di Pinot Nero di casa Hofstätter.

Proprio l’esigente vitigno a bacca rossa è stato il fulcro del confronto “alla cieca”: se Hofstätter ha calato il suo asso con il Barthenau Vigna S. Urbano Pinot Nero, Caprai ha risposto nel calice con il suo Malcompare, 100% Pinot Nero della Linea Signature, uno dei vini nati con la collaborazione, nel 2015, con Michel Rolland, espressione di una continua tensione alla sperimentazione e innovazione che fonda le sue basi su un profondo e instancabile lavoro di ricerca e valorizzazione del terroir. L’annata è stata per entrambi la 2016, che ha segnato punte di eccellenza per entrambe le aree viticole.

Sempre “blind” anche il confronto sulle due declinazioni di Sauvignon. La freschezza e l’intensità sono quelle dei saliscendi di Montefalco per il Sauvignon di Caprai e quelle delle vigne di alta montagna per l’Oberkerschbaum Sauvignon di Hofstätter che nasce da una particella dell’omonimo maso a Pochi di Salorno, tra 750 e 800 metri sul livello del mare. L’annata è stata la 2018, con la sua estate calda e secca che ha portato a una maturazione anticipata e a una conseguente vendemmia impegnativa che ha però saputo ripagare gli sforzi.

Nei calici alla cieca anche due esperimenti dei produttori: un’etichetta personalissima per Hofstätter che apre le porte della sua cantina privata con un Gewürztraminer affinato in anfora, frutto di un esperimento mai messo in commercio, annata 2009. Caprai ha stupito invece con l’Ice Wine Umbria IGT 1996 ( blendi di Sauvignon Cheney Viognier e Chardonnay Muscat) I due produttori, da sempre impegnati nell’identificare le loro aziende con i rispettivi territori, hanno scelto di puntare i riflettori anchesulle etichette che meglio raccontano le radici della loro viticoltura: Vigna SteinrafflerLagrein l’autoctono di Hofstätter e, inevitabile, la scelta di Caprai che punta sul Sagrantino di Montefalco, varietà che ricama da oltre 400 anni le dolci colline della località umbra e di cui a questa cantina va il merito di averla recuperata e portata a un nuovo rinascimento. Per l’occasione, si è degustato il Sagrantino della Linea Signature, l’acclamato (quanto ricercatissimo), Spinning Beauty.

Documenti

CAPRAI E HOFSTATTER A CONFRONTO 9.7.2020 5