Il vino simbolo di Montefalco e dei colli limitrofi riceve il riconoscimento della DOC il 30 ottobre 1979 e della DOCG il 5 novembre 1992, sotto il nome di Montefalco Sagrantino, segnando due tappe fondamentali nel recente sviluppo del territorio.
Già nel 1829 lo storico Giovanni Calindri cita Montefalco al vertice dello Stato per i suoi vini nel “Saggio geografico, storico, statistico del Territorio Pontificio”. Il Sagrantino viene riconosciuto come vitigno di antica coltivazione in Umbria dalla Commissione Ampelografica del circondario di Foligno (Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio. ”Bullettino Ampelografico, 1879, XII, p. 34) e nel 1893 da Guglielmo Baldeschi ne “I vitigni e i vini dell'Umbria”.
Nel 1925, alla Mostra enologica dell'Umbria, Montefalco è definito il centro viticolo più importante della Regione, occupando il primo posto nella coltura del vigneto specializzato con un prodotto medio annuo di 65 quintali di uva per ettaro, confermando il Sagrantino come vitigno dalle produzioni tendenzialmente modeste.
Nel 1971 l’Ente di sviluppo dell’Umbria lancia una produzione sperimentale di “vino Sagrantino” e l’anno successivo la Cantina cooperativa di Foligno dà avvio alla vinificazione del Sagrantino secco.
Nel 1973 viene presentata la domanda di riconoscimento per la DOC Montefalco e, dopo sei anni, l’allora Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste pubblica il decreto di riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC) per il Montefalco Rosso, e il Montefalco Sagrantino nelle versioni Secco e Passito, cui seguirà il riconoscimento della DOCG nel 1992. l disciplinari dettano regole rigorose circa le condizioni ambientali e la coltura dei vigneti, atte a conferire alle uve e ai vini le loro caratteristiche esclusive